venerdì 2 ottobre 2020

Un figlio - Recensione


Ciao a tutti, cari Eclettici!

Il mese scorso, complice lo studio, le mie letture sono andate a rilento. Ho fatto un'eccezione soltanto per Midnight Sun (!), del quale vi parlerò in una delle prossime recensioni. Oggi, invece, vi presento un altro romanzo, a mio parere uno dei migliori letti quest'anno: Un figlio di Alejandro Palomas. Un grazie di cuore a mia madre che me l'ha consigliato!


Guille non ha niente in comune con i suoi compagni di quarta elementare: è taciturno, non ama il calcio e ha sempre la testa tra le nuvole. Sarà perché non si è ancora ambientato nella nuova scuola, dice suo padre, Manuel Antùnez, quando la maestra Sonia lo convoca d'urgenza in aula docenti. Sonia, però, scuote la testa. Quella mattina, prima dell'intervallo, ha chiesto agli alunni che cosa avrebbero voluto fare da grandi. C'è chi ha risposto il veterinario, chi Beyoncé, chi ancora l'astronauta, Rafael Nadal o la vincitrice di The Voice. Guille ha risposto... Mary Poppins. E ha anche motivato la sua scelta: vuole essere Mary Poppins perché è una signora simpatica che sa volare, ama gli animali e, quando non lavora, può nuotare nel mare insieme ai pesci e ai polipi. Sonia consiglia a Manuel di affiancare al bambino una psicologa scolastica che lo aiuti ad aprirsi con i compagni e a non rifugiarsi in un mondo immaginario e strampalato, e il padre si dice d'accordo. Nessuno dei due adulti ha, però, intuito il vero motivo della risposta di Guille. Avere i poteri magici di Mary Poppins significa per il bambino risolvere d'incanto tutti i suoi problemi. Gli basterebbe, infatti, cantare Supercalifragilistichespiralidoso e sua madre tornerebbe a casa, suo padre smetterebbe di passare le sere a piangere e la sua amica Nazia non sarebbe costretta ad andare in Pakistan a sposare un signore anziano che neppure conosce...

 

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Se dovessi scegliere un aggettivo per identificare questo romanzo, probabilmente sceglierei "delicato". Delicato e tenero come Guille, il suo protagonista. Guillermo, per tutti "Guille", è un bambino speciale, dotato di un intuito fuori dall'ordinario e di una sensibilità unica. Frequenta la scuola elementare e i suoi insegnanti, tra i quali la maestra Sonia, sanno che nasconde una personalità molto diversa dai suoi coetanei. Talmente diversa che, in risposta alla tipica domanda: "Cosa vuoi fare da grande?", Guille non risponde "il calciatore" o "un pilota", come alcuni dei suoi compagni, ma un nome che lascia tutti di stucco: lui vuole diventare Mary Poppins. Non come lei: Guille precisa di voler essere lei. Dopo questo fatto, la maestra Sonia decide di convocare il padre di Guille e consigliargli di affidare il figlio alla psicologa della scuola, Maria, per approfondire e comprendere alcuni dei comportamenti più recenti del bambino. La situazione famigliare di Guille, infatti, non è del tutto serena: la madre è dovuta partire per lavoro, è all'estero da qualche tempo e dà sempre meno notizie su di sè. Le chiacchierate con la psicologa Maria aiuteranno molto sia il bambino che gli adulti, specialmente il padre di Guille; faranno emergere la spiegazione delle sue azioni, dei suoi silenzi e dei suoi strani desideri. E porteranno a galla segreti dolorosi e una spiazzante verità che il bambino non riesce più ad ignorare.

In questo romanzo polifonico, narrato da voci differenti (Guille, suo padre, la psicologa Maria, la maestra Sonia), il punto di vista che più colpisce, oltre a quello del bambino, è quello di Manuel, suo padre. Il suo rapporto con il figlio è un po' controverso e altalenante: ritrovatosi solo, a gestire un bambino e la casa dopo la partenza della moglie, l'uomo tenta di mascherare la propria sofferenza ed è spesso taciturno e schivo. Nonostante voglia molto bene a Guille, alcuni degli aspetti della personalità del bambino lo turbano e lo portano a reagire in modo brusco e severo. Interpreta il lato tenero e dolce di Guille come una debolezza, un qualcosa di cui vergognarsi, da mascherare o, peggio, reprimere. Essendo un maschio, il bambino "dovrebbe" voler giocare a calcio, non partecipare ai musical travestito da Mary Poppins! Ma, alla fine, sarà proprio quel musical ad aprirgli gli occhi e si dimostrerà l'occasione giusta per farlo riflettere sia sui ruoli "sociali", che sul loro rapporto padre-figlio. 

Mi sono affezionata fin da subito a Guille, un bambino dal cuore grande a cui non si può non voler bene. Quasi un adulto in miniatura, per certi versi è molto più maturo del padre: cerca spesso di alleviare la sofferenza dell'uomo, di mostrarsi forte per non farlo ulteriormente preoccupare. La sua straordinaria sensibilità e l'intuito acuto lo portano a proteggere gli altri prima di se stesso e a custodire molti segreti, di certo troppi e troppo gravosi per un bambino di quell'età. 

Il capitolo finale, in particolare, mi ha davvero commosso. E' un romanzo che celebra l'empatia, che trasmette forza e dolcezza, che ci invita a non sottovalutare il coraggio e l'altruismo nascosti nell'animo dei più piccoli. La bontà non è debolezza, ma una qualità preziosa, da ammirare e coltivare. Lo consiglio a giovani e adulti, in modo speciale ai genitori e agli insegnanti. 

Cinque punti su cinque, promosso a pieni voti!
 


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Titolo: Un figlio
Titolo originale: Un hijo
Autore: Alejandro Palomas
Editore: Neri Pozza
Prezzo: 16,00 euro (cartaceo); 8,99 euro (eBook)
Pagine: 189
 

 

 


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La logica dei bambini a volte è così spiazzante e così...particolare che non lascia spazio a correzioni o commenti. Per loro le cose vanno in un verso o in un altro: le renne e i cammelli non volano perché non hanno le ali, ma una donna con gli stivali, il cappello con un fiore e un ombrello che parla sì.


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