Così è la vita, 'na penitenza che si dimentica di noi un giorno dietro l'altro fin che si muore all'improvviso senza nianche avere il tempo di capire cosa si è fatto, né ricordare quel che è successo.
Ben trovati, Eclettici!
Oggi vi voglio parlare di un libro molto
particolare: L'ombra del bastone,
di Mauro Corona. Quest'opera, seppur
intrigante e controversa, non deve la sua stesura alla fantasia dello
scrittore: egli si è soltanto limitato a copiare ed adattare un
manoscritto donatogli da uno sconosciuto.
Il quaderno in questione, fitto di parole e di
mistero, portava la firma di Severino “Zino” Corona, un uomo nato
e cresciuto nello stesso paese del Corona autore (Erto, in Friuli).
L'uomo, di professione lattaio e allevatore, narra la storia della
propria vita, usando una lingua umile e densa di modi di dire ed
espressioni prettamente dialettali. Accennando appena all'infanzia,
preferisce soffermarsi su molti dei crimini e degli scandali, alcuni
inspiegabili e cruenti, avvenuti tra i confini del paese.
L'autore Mauro Corona mette in chiaro già dal
prologo che non si tratta di una storia di sua invenzione, ma che si
è soltanto limitato a tradurre, o adattare, alcune espressioni e a
correggere molti degli errori di grammatica e ortografia presenti nel
testo. Ne ha volontariamente tralasciati alcuni (per esempio le
doppie mancanti e qualche parola del dialetto del luogo) per rendere
più autentica la storia, perché conservasse l'impronta personale
del protagonista.
Per Zino, infatti, non era importante lo stile
o la forma dello scritto, bensì il suo contenuto. Questo manoscritto
rappresenta una sorta di confessione, la stessa che non è riuscito a
rivolgere al parroco del paese e che non poteva rivelare a nessun
altro.
È uno scritto dai contenuti forti, che non tralascia nulla
dei particolari più sordidi della vita di Erto e dei suoi abitanti.
Nel racconto, le disgrazie e i crimini si susseguono senza sosta in
quel piccolo paese di montagna: impiccagioni, suicidi, adulteri,
tradimenti, omicidi. Come se la Morte stessa avesse deciso di
maledire personalmente gli abitanti del paese, e in particolare la
famiglia di Zino Corona, nella quale la maggior parte delle persone
muore di morte violenta.
*
Per me ormai è finita, non spero più
niente e non voglio più niente, l'ho fatta troppo grossa per avere
ancora speranza di qualcosa. Aspetto solo il castigo di Dio perché
quello dei uomini non arriverà in tempo.
*
Di una maledizione si parla, in effetti: quella
della strega Melissa, che colpisce chiunque abbia avuto a che fare
con la sua morte, o che abbia offeso la
sua memoria in qualche altro modo. Quel
demone che aleggia perennemente nella vita di Zino è uno dei fattori
che il protagonista annumera come giustificazione per i propri errori
e i propri delitti, quella voce che gli sussurra nella mente e che
porta allo scoperto il lato oscuro della sua personalità,
esortandolo a commettere i peggiori crimini.
*
Lei era come la resina che attacca le
formiche al pino e, da lì, devono morire attaccate al pino perché
non possono più andar via. E così io ero rimasto attaccato alla
resina del suo corpo e alla luce dei suoi occhi.
*
Uno dei temi ricorrenti è quello della
lussuria, incarnata dalla donna tentatrice che porta il protagonista
a dimenticare i propri doveri e la propria lealtà per rincorrere il
piacere, seppur effimero. I sensi di colpa non abbandoneranno mai
Zino, lo perseguiteranno per tutta la vita nonostante egli faccia di
tutto pur di fuggire dai ricordi e dal dolore.
E' un libro dalle tinte forti, noir
come può esserlo solo la realtà nuda e cruda, che spesso supera
anche le creazioni dai migliori maestri dell'horror. Molto azzeccato
il titolo, se poi si pensa che quel “bastone” citato è reale e
ci si può perfino recare a vederlo (vi sono pure nome e indirizzo
del luogo). Ne sconsiglio (fortemente) la lettura alle
persone facilmente impressionabili.
******

Autore: Mauro Corona
Titolo: L'ombra del bastone
Editore: Mondadori
Prezzo: 9,50 euro (ed. kindle 6,99)
Pagine: 272 pagine
Voto: 4/5
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