venerdì 24 febbraio 2023

Fiori sopra l'inferno - Recensione

 

Ciao a tutti, cari Eclettici!

Ho appena terminato Fiori sopra l'inferno, romanzo d'esordio di Ilaria Tuti, da cui è stata tratta la serie tv trasmessa questo mese su Rai1. Cosa ne penso? Scorrete per scoprirlo!

 


«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell’orrido che conduce al torrente, tra le pozze d’acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l’esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l’inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa.
Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine.
Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura.»

 

Fiori sopra l'inferno è il primo romanzo della serie thriller che vede come protagonista il commissario Teresa Battaglia. È ambientato in Friuli, a Travenì, un piccolo paese (immaginario) al confine con l'Austria. Quando un uomo ritenuto scomparso viene ritrovato morto in modo cruento nel bosco, la squadra capitanata dal commissario Battaglia viene chiamata a investigare. Teresa Battaglia ha molta esperienza alle spalle, sia teorica che sul campo, è una professionista molto stimata, eppure, già dal ritrovamento del cadavere, capisce che quell'omicidio è diverso da quelli che ha visto nella sua carriera. Un incubo si aggira a Travenì, una presenza che proviene da un passato che molti hanno dimenticato e non ci metterà molto a colpire di nuovo...

 

«Secondo lei, il mostro è in ognuno di noi?» chiese. Sembrava scettico.
«Ne sono convinta. Se sei fortunato, se il destino ti dà in dote una vita almeno decente, continuerà a dormire fino al tuo ultimo respiro. In loro, invece, è stato alimentato da abusi e traumi.»
Lo sguardo di Marini tornò a scandagliarle il viso.
«Crede siano vittime?» domandò, con uno stupore misto ad avversione. Teresa sapeva che le sue convinzioni scatenavano spesso reazioni di rifiuto. Non era facile umanizzare l'orrore, crederlo alieno era rassicurante.
«Lo sono sempre» rispose convinta. «Condannati a cibarsi dell'unica cosa in grado di calmare per un po' la fame violenta che li attanaglia.»
«E cioè?»
«Il potere. Il potere assoluto su un altro essere umano.»
 
 

La trama di questo romanzo è molto originale e spiazzante, specialmente se si pensa che l'autrice si è ispirata a fatti realmente accaduti per costruire il suo killer. È una storia da brividi, un romanzo ben costruito, anche se il ritmo non è propriamente incalzante. Eppure non sono riuscita a staccarmi dalla lettura, volevo a tutti i costi capire chi fosse il colpevole e il perché dietro ai suoi crimini.

Le ambientazioni sono uno dei punti di forza del romanzo: la montagna e i pericoli che nasconde, i boschi ricoperti di neve, il piccolo paesino incastonato tra laghi e vette, tutto contribuisce ad arricchire l'atmosfera di mistero. Le descrizioni sono accurate e suggestive, i capitoli brevi (come piace a me) e scritti da più punti di vista, con l'utilizzo di flashback che rendono la trama intrigante.

 

 

A volte si sentiva come un vecchio cervo che sfidava a colpi di corna i più giovani per conservare il proprio territorio e la leadership del branco. Solo che lei era nata femmina e di scornare gli altri non aveva granché voglia. Lo trovava estenuante e inutilmente faticoso, ma se serviva a fare meglio il proprio lavoro, allora era pronta a colpire con più forza di chiunque altro. 

 

 

Ovviamente al centro del romanzo c'è il personaggio di Teresa Battaglia, commissario di polizia incaricata del caso ed esperta profiler. Credo sia impossibile non rimanere affascinati da questo personaggio dalle mille sfaccettature, intrigante proprio perché imperfetto e pieno di contraddizioni. E' burbera e impaziente con chi mente o le fa perdere tempo prezioso, empatica e gentile verso le vittime e gli indifesi. Al contrario di molti suoi colleghi, il commissario Battaglia non classifica i criminali come "mostri", non li giudica, ma cerca di capire i motivi che li hanno spinti a commettere i crimini, li vede come persone da aiutare perché, in molti casi, sono stati loro stessi delle vittime. Anche Teresa ha sofferto molto nella sua vita, credo sia stato il dolore provato a portarla a essere comprensiva verso chi commette errori o ha un passato di sofferenze alle spalle. 

Nonostante il sarcasmo e i modi sbrigativi, il commissario tiene molto alla sua squadra e in modo particolare a Massimo Marini, il nuovo ispettore. Mi sono affezionata molto anche a lui e ai suoi battibecchi con il commissario. Massimo non si lascia scoraggiare dai modi burberi di Teresa, le tiene testa, è premuroso e protettivo con lei. Sono proprio curiosa di scoprire cosa combinerà questo duo improbabile nei successivi romanzi della serie!

 

P.S. Consiglio anche la serie Rai tratta dal romanzo, Elena Sofia Ricci è una perfetta Teresa Battaglia!

 

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Titolo: Fiori sopra l'inferno

Autore: Ilaria Tuti

Editore: Longanesi

Pagine: 344

Prezzo: 16,90 € (cop. rigida); 9,99 € (eBook)

Serie: I casi di Teresa Battaglia #1

 


"Qualcuno prima o poi dovrà spiegarmi che cos'è un mostro. [...] Li chiamiamo così, ma intanto restiamo a guardare, non riusciamo a cambiare canale perché sappiamo che sono come noi: umani. È questo che ci cattura, il riconoscere una parte di loro in noi."

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