venerdì 11 novembre 2022

Fight Club - Recensione

 

Buon venerdì!

Nel post di oggi vi parlo di un romanzo molto conosciuto, che potrebbe essere considerato una sorta di "classico" della narrativa: Fight Club di Chuck Palahniuk. Divenuto celebre anche grazie all'omonima pellicola cinematografica, è stato pubblicato nel 1996 ed è il romanzo d'esordio dell'autore.


L'anonimo protagonista di Fight Club è un giovane disilluso dalla cultura vacua e consumistica imperante nel mondo occidentale, che si trascina in una vita fatta di bugie e di fallimenti. La sua unica valvola di sfogo sono gli incontri clandestini di boxe nei sotterranei dei bar. In questo modo crede di aver trovato una strada per riscattare il vuoto della propria esistenza; ma nel mondo del pugilato non c'è posto per alcuna regola, freno o limite. A nessuno importa se vivi o muori.

 

Ammetto la mia colpa: non ho mai visto il film tratto dal libro. Quindi, anche se conoscevo un po' la storia, la trama per me è stata una sorpresa. E probabilmente è meglio così, preferisco sempre leggere il libro prima di vedere il film tratto da esso.

Il protagonista di questo romanzo, che rimane senza nome per un bel pezzo, ha un lavoro stressante che lo costringe a continui spostamenti. Un giorno, mentre è in viaggio, viene contattato dalla polizia che lo informa che il suo appartamento è saltato in aria: si sospetta sia stata una bomba. Mentre si svolge l'indagine, lui va a stare da un amico, Tyler Durden. Sarà proprio Tyler il fondatore del Fight Club, un ritrovo serale nello scantinato di un bar, durante il quale avvengono combattimenti fisici tra i partecipanti. Viene stesa anche una lista di regole, che i partecipanti devono imparare e seguire alla lettera. Nessuno di loro, in realtà, è un pugile professionista: sono uomini "normali", impiegati, poliziotti ecc. che cercano una valvola di sfogo, un po' di adrenalina che li faccia sentire vivi.
 
 
 
La prima regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club.
 
 
 
Se dovessi riassumere Fight Club in una parola sceglierei "delirio". Il protagonista è sopra le righe, è ossessionato dagli esplosivi e conosce molti modi per fabbricarli. Frequenta gruppi di sostegno per varie patologie e dipendenze (anche se non ne soffre personalmente, ma lo fa per sentirsi meglio). La trama in alcuni punti è al limite del grottesco, densa di personaggi psicotici, violenti, anarchici e pericolosi. Lo stile è particolare, ripetitivo, crudo, senza filtri.
 
Il protagonista mi irrita e allo stesso tempo mi fa pena: nel suo piccolo è comunque un privilegiato, ha un lavoro stabile e una bella casa, una possibilità concreta di vivere una vita dignitosa, eppure non è soddisfatto, è infelice e disilluso, e mira a distruggere una società che tanto disprezza, una società da cui si sente abbandonato e tagliato fuori.
 
 
Avevo voglia di distruggere tutte le cose belle che avrei mai avuto. Bruciare le foreste dell'Amazzonia. Pompare clorofluoroidrocarburi in cielo a mangiarsi l'ozono. [...] Volevo che il mondo intero toccasse il fondo.
 

Alcune recensioni definiscono "divertente" questo romanzo, invece io l'ho trovato abbastanza triste. Si avverte chiaramente il disagio e il senso di inadeguatezza provati dai personaggi, in una società a cui importa poco di loro. Per questo proiettano la loro insoddisfazione sul prossimo, in una pericolosa escalation criminale.
 
Fight Club è una denuncia contro il consumismo e la società capitalista, nella quale il guadagno viene prima della salute e del benessere generale di una persona. Nonostante sia stato scritto più di vent'anni fa, le tematiche sono molto attuali. Nel complesso mi è piaciuto, gli assegno 3 punti su 5.
 

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Titolo: Fight Club

Autore: Chuck Palahnyuk

Editore: Mondadori

Pagine: 192

Prezzo: 13 euro (cop. flessibile); 7,99 euro (eBook)

 

 


Noi non abbiamo una grande guerra nella nostra generazione, o una grande depressione, e invece sì, abbiamo una grande guerra dello spirito. Abbiamo una grande rivoluzione contro la cultura. La grande depressione è quella delle nostre vite. Abbiamo una depressione spirituale.

 

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