sabato 25 aprile 2020

Girl Power: Le donne nella Resistenza italiana



Buon 25 aprile a tutti voi, cari Eclettici!

In questo giorno di festa voglio dare il via ad una nuova rubrica, incentrata sul ruolo importante svolto dalle donne nella storia e nella società. Una società che, come sappiamo e tocchiamo con mano ogni giorno, è dominata da un maschilismo che credo non riusciremo mai a sconfiggere del tutto. Però possiamo provarci, un passo alla volta. 

La prima puntata di Girl Power è dedicata ad un argomento che mi sta molto a cuore, quello del ruolo della donna durante la Resistenza italiana. Era uno dei temi portanti della mia tesina di maturità, che ho ritrovato e riletto in questi giorni. Qui sotto vi riporto alcuni dei pezzi più significativi.

Per ricordare. E per non dimenticare. 



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"[...] Prima che fossero passate ventiquattr'ore tutta la Cascina seppe che c'era un partigiano ferito in quel granaio, e qualche vecchio contadino disse: Se lo sanno i tedeschi, verranno qui e ci ammazzeranno. Faremo tutti una brutta fine. Ma le donne non ragionarono così. Pensavano ai loro uomini lontani, e pensavano che anche loro, forse, erano feriti e dovevano nascondersi, e sospiravano. [...]"
(Gianni Rodari, Il pozzo di Cascina Piana)


Questa idea per la tesina non era nata per caso, era una sorta di tributo in onore di una donna che ha svolto un ruolo cruciale nella sopravvivenza della mia famiglia: Gabriella Schittar Ezra. Nell'aprile del 1945 un gruppo di tedeschi giunse nel mio piccolo paese, pretendendo ospitalità. A causa di un attacco partigiano avvenuto poco dopo il loro arrivo, gli invasori accusarono le famiglie del luogo di complicità e radunarono tutti gli uomini, pronti a giustiziarli. Gabriella aveva solo diciassette anni all'epoca, eppure non è rimasta in silenzio. Dato che conosceva il tedesco, chiese di parlare col comandante, che la interrogò per ore. Lei giurò che i compaesani erano innocenti, del tutto estranei all'attacco partigiano, riuscendo a convincere il comandante. Lui le disse: "Se hai mentito e ci sarà un altro attacco, tu sarai la prima a venir fucilata assieme agli altri". Non trovando prove della loro colpevolezza, i tedeschi liberarono gli uomini e lasciarono il paese. Grazie al suo incredibile coraggio, Gabriella ha salvato ben 38 persone, tra cui mio nonno. Un anno fa, a 91 anni, è stata premiata con l'Ordine della Stella d'Italia. 




Durante la Resistenza il ruolo delle donne è stato fondamentale. Come disse Rosetta Molinari, giovane staffetta padovana, la Resistenza rappresentò una vera e propria "rivoluzione sociale". A partire da quel momento, infatti, la donna viene riconosciuta in quanto cittadina: non più relegata nei ruoli di moglie e madre, ma parte attiva e portatrice di diritti civili e politici.


Nella Resistenza la donna fu presente ovunque e fu il tessuro sotterraneo della guerra partigiana.
(Marina Addis Saba)


Il contributo femminile durante la Resistenza fu molto rilevante, ma difficilmente misurabile e valutabile: le donne svolsero perlopiù un ruolo nascosto e raramente in prima linea durante le azioni di combattimento. Si occupavano della stampa del materiale di propaganda, attaccavano i manifesti, distribuivano volantini, raccoglievano fondi e assistevano malati e feriti.

Organizzavano anche scioperi, uno fra tutti quello del pane a Parma (1941), e iniziative fondamentali come il Soccorso rosso, una mutua assistenza per procurare viveri e denaro alle famiglie in difficoltà.


Senza le donne non ci sarebbe stata la Resistenza.

(Arrigo Boldrini, medaglia d'oro della Resistenza)


Particolarmente prezioso fu il loro contributo nelle comunicazioni. Il ruolo di staffetta era spesso ricoperto da giovani donne tra i sedici e i diciotto anni, in modo da destare meno sospetti. Dovevano garantire i collegamenti tra le varie brigate e la comunicazione tra i partigiani e le loro famiglie. Dovendo passare inosservate, le staffette si vestivano in modo semplice e non giravano armate. Il loro compito era tra i più pericolosi e i più rispettati: si trovavano sempre in prima linea durante gli spostamenti, entravano per prime in un paese per assicurarsi che non vi fossero nemici e dare il via libera ai partigiani. 




La partigiana Maria Rovaro, quando chiese spiegazione per i gradi riconosciuti soltanto agli uomini, si sentì rispondere: "Ma tu sei una donna!".


Per anni il contributo delle donne durante la Resistenza non è stato adeguatamente riconosciuto, o peggio, relegato ad un ruolo secondario rispetto a quello maschile. Per questo spesso si parla di "Resistenza taciuta". Secondo una stima dell'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, le donne partigiane combattenti furono 35 mila, e 70 mila fecero parte dei Gruppi di difesa della Donna. 4653 di loro furono arrestate e torturate, oltre 2750 vennero deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate. 1070 caddero in combattimento, 19 vennero, nel dopoguerra, decorate di Medaglia d'oro al valor militare.

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Alcune figure di rilievo
 


Carla Capponi partecipò alla Resistenza romana e divenne vice comandante di una formazione. E' stata riconosciuta partigiana combattente con il ruolo di capitano e Medaglia d'oro al valor militare.



Tina Anselmi, nota partigiana nata a Castelfranco Veneto, decise di schierarsi dopo aver visto un gruppo di giovani partigiani uccisi dai fascisti. Queste le sue parole: "Facevo l'ultimo anno delle superiori, quando ci portarono ad assistere all'impiccagione di un certo numero di ragazzi. C'erano anche dei nostri amici ed il fratello della mia compagna di banco. Quando sono tornata a casa, ho fatto la mia scelta. Uno Stato che legittima queste uccisioni non è uno Stato che si può accettare, occorre impegnarsi per abbatterlo e combattere per la pace".



Irma Bandiera, nata a Bologna nel 1915, venne catturata nel 1944 mentre svolgeva il suo ruolo di staffetta. Fu torturata per giorni fino alla morte. Venne riconosciuta partigiana e le fu conferita la medaglia d'oro alla memoria. 


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Tra le fonti consultate


AAVV, La Resistenza e le donne, a cura della Federazione Provinciale dei Democratici di Padova "Enrico Berlinguer".

Lisa Tempesta, Storie di donne in guerra e nella Resistenza, ed. Istresco, 2006.

Marina Addis Saba, Partigiane. Le donne della resistenza, Mursia, 1998.

Documentario Rai La donna nella Resistenza, a cura di Liliana Cavani, 1965. 
 




Vi consiglio anche la pagina di Wikipedia, scritta molto bene e con molti approfondimenti. 








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