venerdì 2 novembre 2018

Americanah - Recensione


Buon pomeriggio a tutti voi, cari Eclettici!

Il libro che ho scelto di presentarvi questa settimana è Americanah, un romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie (Einaudi). Come avrete di certo notato, ho da poco recensito altri due libri di quest'autrice nigeriana, che reputo una delle più brillanti degli ultimi anni (li trovate qui). A differenza di questi, però, Americanah è un volume molto più corposo e approfondito. Vi porto a scoprire la trama:


La distanza tra la Nigeria e gli Stati Uniti è enorme, e non solo in termini di chilometri. Partire alla volta di un mondo nuovo abbandonando la propria vita è difficile, anche se quel mondo ha i tratti di un paradiso, ma per Ifemelu è necessario. Il suo paese è asfittico, l'università in sciopero. E poi, in fondo, sa che ad accoglierla troverà zia Uju e che Obinze, il suo ragazzo dai tempi del liceo, presto la raggiungerà. Arrivata in America, Ifemelu deve imparare un'altra volta a parlare e comportarsi. Diverso è l'accento, ma anche il significato delle parole. Ciò che era normale viene guardato con sospetto. Ciò che era un lusso viene dato per scontato. La nuova realtà, inclemente e fatta di conti da pagare, impone scelte estreme. A complicare tutto c'è la questione della pelle. Ifemelu non aveva mai saputo di essere nera: lo scopre negli Stati Uniti, dove la società sembra stratificata in base al colore. Esasperata, Ifemelu decide di dare voce al proprio scontento dalle pagine di un blog. I suoi post si conquistano velocemente un folto pubblico di lettori, che cresce fino ad aprire a Ifemelu imprevisti e fortunati sbocchi sul piano professionale e privato. Ma tra le pieghe del successo e di una relazione con tutte le carte in regola si fa strada un'insoddisfazione strisciante. Ifemelu si sente estranea alla sua stessa vita e, lì dov'è, non riesce ad affondare le radici, pur sapendo che in Nigeria il nuovo modo di guardare il mondo le guadagnerebbero l'epiteto di "Americanah".

 




Quanto mi piace lo stile della Adichie. L'avevo già detto? Mi sa di sì, ma la sua bravura merita questa ripetizione. Pian piano sto leggendo tutte le sue opere e finora non mi ha mai delusa.

Americanah è un romanzo di formazione che possiamo considerare polifonico, perché sono due i personaggi che si raccontano: Ifemelu e Obinze. Entrambi di origine nigeriana, si conoscono da adolescenti e si capisce subito che l'amore che provano l'una per l'altro è destinato a durare nel tempo. Pur amando molto il loro paese, sognano di viaggiare verso nuove mete, luoghi disposti ad offrir loro delle possibilità alle quali in Nigeria non possono aspirare.

In questo lungo viaggio, per prima incontriamo Ifemelu che, grazie a numerosi flashback, ci racconta la sua vita, a partire dall'adolescenza in Nigeria fino al trasferimento negli Stati Uniti. Non è stato facile abbandonare il proprio paese, la famiglia, gli amici, l'amore della sua vita, per poi ritrovarsi in un paese ostile, in una vita molto diversa da quella a cui era abituata. E' proprio in America che si rende conto di "essere nera": quando si trovava in Nigeria non si era mai soffermata troppo a pensare al colore della propria pelle, invece negli Stati Uniti sente spesso parlare del concetto di razza, di razzismo e di discriminazioni. E li vive anche in prima persona. Per questo decide di aprire un blog, nel quale trattare questi argomenti da un punto di vista non americano. Diventa famosa in breve tempo, la sua vita cambia e riceve perfino una borsa di studio, ma sente che è giunto il momento di tornare a casa, in Nigeria.

E' proprio qui che entra in scena Obinze, il suo amore di gioventù: anche lui racconta i propri viaggi, le esperienze che l'hanno reso più maturo e fatto diventare un uomo di successo. Eppure nessuno dei due ha mai dimenticato l'altro; il filo che unisce i loro destini è ancora intatto e li condurrà l'una verso l'altro di nuovo. Come se il tempo li volesse riunire, dopo tutte le difficoltà che hanno dovuto sopportare.

Le sue parole erano come musica. [...] Lui le prese la mano nella sua, entrambe strette sul tavolo, e tra loro crebbe il silenzio, un antico silenzio che entrambi conoscevano. Lei era dentro quel silenzio e stava al sicuro.

Adichie ci conduce per mano attraverso ben tre continenti (Africa, Europa e America), ci fa scoprire nuovi orizzonti, grazie a differenti punti di vista e personaggi a tutto tondo. E' un romanzo sulla riscoperta di sè, delle proprie potenzialità nascoste, del proprio valore in quanto essere umano, che non dipende dal colore della pelle, ma dalle nostre azioni. Anche grazie ai post che Ifemelu pubblica sul suo blog, l'autrice tratta il tema ostico del razzismo e di quanto possa essere duro stabilirsi in un paese straniero e non riuscire pienamente ad integrarsi, nonostante i molti sforzi. Ci aiuta a metterci nei panni di questi immigrati, spesso clandestini, in fuga dalle guerre, oppure, come ripetono i protagonisti, da un luogo senza speranze, da un paese che non concede loro le giuste opportunità per un futuro dignitoso.

Gli altri ospiti capivano tutti la fuga dalla guerra, dal tipo di povertà che distruggeva l'animo umano, ma non avrebbero capito il bisogno di scappare dall'opprimente letargia dell'assenza di scelta. Non avrebbero capito perché persone come lui ora fossero decise a fare cose pericolose, illegali, come partire; nessuno di loro moriva di fame, o subiva violenze, o veniva da villaggi bruciati, ma aveva semplicemente sete di scelte, di certezze.

E' una storia molto toccante, ricca di insegnamenti e riflessioni, che ci porta a chiederci quanto realmente conosciamo la realtà che ci circonda.


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Titolo: Americanah
Autore: Chimamanda Ngozi Adichie
Editore: Einaudi
Prezzo: 15,00 euro (cop. flessibile); 3,99 euro (ed. kindle)
Pagine: 501

Voto. 4/5 

 

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Citazione preferita


Lei appoggiò la testa alla sua e provò per la prima volta quello che avrebbe spesso provato con lui: l'amore di sé. Attraverso lui apprezzava se stessa. Con lui si sentiva a proprio agio; si sentiva la pelle della taglia giusta.



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