mercoledì 18 ottobre 2017

Classici, perché leggerli - #3 (Dieci piccoli indiani)


Cari Eclettici, ben trovati!

Questo mese la rubrica dedicata ai classici ci porta a scoprire Dieci piccoli indiani, un romanzo giallo firmato da una delle più celebri rappresentanti della letteratura inglese: Agatha Christie







Il titolo di questo libro è stato cambiato varie volte nel corso degli anni: inizialmente definito razzista (il titolo originale sarebbe Ten little niggers, Dieci piccoli negretti), è stato modificato in Ten little indians, Dieci piccoli indiani, e in seguito in ...and then there were none, ...e alla fine non rimase nessuno. 
 

Ma perché il titolo è così fondamentale? Perché tutto ruota attorno ad una poesia, una filastrocca infantile che funge da perno per l'intera opera. Nella poesia troviamo dieci figure, negretti o indiani come si voglia chiamarli, che muoiono uno dopo l'altro, una successione violenta che termina appunto con “e alla fine non rimase nessuno”. 
Quindi, a rigor di logica, se nel titolo si vuole scrivere “indiani”, anziché “negretti”, si dovrebbe adattare anche la poesia. Invece alcune edizioni, intitolate Dieci piccoli indiani, presentano all'interno riferimenti ai “negretti” dell'edizione originale, creando confusione nel lettore. Le case editrici dovrebbero prestare più attenzione a questi particolari, a mio avviso. 


 


Passiamo alla trama. L'autrice introduce i protagonisti uno per uno, descrivendoli e aggiungendo poco alla volta dei riferimenti al loro passato, non sempre immacolato. 
Un giudice in pensione, una giovane insegnante, un'acida zitella, un ragazzo ricco, un mercenario senza scrupoli, un generale, un medico, un investigatore sotto copertura, due domestici zelanti: tutti loro vengono contattati da un certo signor, o una certa signora, Owen, che li invitano a trascorrere del tempo nel luogo più discusso del tempo, Nigger Island. Quest'isola è stata più volte oggetto di pettegolezzi sui giornali, ma nessuno in realtà conosce i proprietari, né l'ha mai visitata. 
 

Una volta giunto a destinazione, questo gruppo così disomogeneo fa un'agghiacciante scoperta: una voce misteriosa, proveniente da chissà dove nella casa, li chiama per nome ad uno ad uno, e li accusa di crimini passati rimasti impuniti
 

Questa sentenza deliberata provoca non poco scompiglio nella compagnia. Gli uomini si incaricano di perlustrare la casa e l'isola, alla ricerca del responsabile, ma scoprono che, in primo luogo, la voce misteriosa era stata precedentemente incisa su un nastro, e che, in secondo luogo, nessuno di loro avrebbe potuto lasciare l'isola nei giorni a seguire, a causa del maltempo. 
 

Spaventati anche dalla morte improvvisa di due di loro, i personaggi iniziano ad avanzare sospetti, ad analizzare la situazione alla ricerca di una via di fuga. Le morti si susseguono, proprio come nella poesia che ciascuno di loro ha trovato nella propria stanza, e le coincidenze si fanno sempre più allarmanti. Delle dieci statuette presenti sulla tavola la prima sera, ora ne rimangono otto. 

Che la mente crudele che ha architettato tutto ciò si trovi in realtà in mezzo a loro? Che sia proprio uno di loro l'artefice di quel gioco diabolico?




 
Dieci piccoli indiani è uno dei miei romanzi gialli preferiti. Lo rileggo una volta l'anno, nonostante ormai sappia a memoria alcuni brani e, ovviamente, chi è il colpevole. 
Vi svelo un indizio: non è il maggiordomo. È una persona insospettabile, e di sicuro arriverete quasi alla fine senza aver ancora capito di chi si tratta. 

Agatha Christie è una vera maestra del giallo: delinea un intreccio che sembra semplice in apparenza, ma che, in realtà, è più intricato di un cespuglio di rovi.

Ciascun personaggio ha alle spalle un crimine violento, la responsabilità di aver tolto la vita ad un altro essere umano. Se alcuni di loro lo ammettono senza battere ciglio, altri si rifiutano di confessare e altri ancora sostengono di aver agito nel rispetto assoluto della legge. Le giustificazioni non valgono poi molto, se si pensa al carnefice che li attende nell'ombra, pronto a braccarli come una fiera in cerca di vendetta.



Al di là della narrazione, ho apprezzato molto l'intreccio, sapientemente costruito e calcolato, con la filastrocca come filo conduttore e chiave di lettura dell'intero romanzo. 

 



Da questo libro sono stati tratti molti film e serie tv. Quella che vi consiglio è la più recente (2015), una miniserie della BBC composta da due puntate, che vede come protagonisti alcuni volti noti del cinema, come Charles Dance e Douglas Booth. 



  

L'appuntamento con i classici della letteratura torna il mese prossimo, non mancate! 




 

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