mercoledì 30 maggio 2018

Leggere Lolita a Teheran - Recensione


Se mi rivolsi ai libri fu perché erano l'unico rifugio che conoscevo, ciò di cui avevo bisogno per sopravvivere, per proteggere una parte di me stessa che sentivo sempre più in pericolo.



Ciao a tutti, Eclettici lettori!

Non so se sia colpa del cambio di stagione e/o dell'improvvisa ondata di caldo, ma in questo periodo sono molto pigra e di conseguenza ho disertato il blog. Oggi sono riuscita a terminare una nuova recensione, quindi non perdo altro tempo in chiacchiere e passo subito ad introdurre il libro che ho scelto di presentarvi: Leggere Lolita a Teheran, di Azar Nafisi.


TRAMA

Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell'impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d'amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.



Non è facile vivere nella Repubblica Islamica dell'Iran, specialmente se si è donne e appassionate di letteratura. Questo è uno dei temi portanti del libro di Azar Nafisi, una scrittrice ed ex professoressa di origine iraniana tutt'ora in vita e residente negli Stati Uniti. 
Dopo aver lasciato la cattedra universitaria, quando ancora viveva a Teheran, Azar decide di dedicarsi ad un progetto che aveva in mente da tempo, ovvero quello di organizzare dei seminari di letteratura privati, a casa propria, ai quali invitare le sue migliori studentesse. 
Non usa i loro veri nomi quando le descrive o parla di loro, ma sottolinea i particolari caratteristici di ognuna e racconta alcuni episodi importanti delle loro vite, rimasti talmente impressi nella sua memoria che, anche a distanza di molti anni, ancora non è riuscita a dimenticare. 




Nonostante le rigide regole imposte dal regime e il dissenso di familiari e amici, le ragazze non si lasciano scappare questa opportunità: non perdono una lezione del seminario se non per impegni improrogabili. E' interessante notare come le differenze fisiche e ideologiche spariscano come per incanto durante le varie discussioni letterarie. Togliendo il velo, che sono obbligate ad indossare per celare agli occhi altrui il proprio corpo, le ragazze si liberano anche delle inibizioni e delle paure che le accompagnano nella vita di tutti i giorni e parlano di argomenti che non avrebbero mai il coraggio di affrontare in famiglia o in pubblico. Esprimono la propria opinione senza censure, una cosa impensabile da fare durante una lezione all'università, dove tutti sono sorvegliati e la minima trasgressione può costare cara. Nei giorni di seminario, invece, sono totalmente libere di mettersi a nudo: ciò che resta è l'amore per i libri.




Il libro è suddiviso in quattro parti, ciascuna dedicata ad uno o più romanzi di autori celebri quali Vladimir Nabokov, Francis Scott Fitzgerald, Henry James e Jane Austen. Partendo dalla trama, dai temi trattati e dall'analisi delle loro opere letterarie, l'autrice crea dei parallellismi con la vita in Iran: tenta di farci comprendere quanto anche la quotidianità sia difficile, fitta di regole da rispettare e continui soprusi. Il seminario indetto da Nafisi è quindi una specie di protesta silenziosa contro i divieti imposti dal regime: la maggioranza dei testi studiati e discussi, infatti, è stata da tempo messa al bando. Leggere e condividere opere e costumi occidentali poteva costare una dura condanna, o persino la morte. 

Ogni incontro di quel seminario è istruttivo perché le studentesse hanno il tempo e la libertà di riflettere sulle proprie vite, su cosa vogliono fare in futuro, sul presente incerto, sui legami familiari e con l'altro sesso. Possiamo imparare molte cose su di loro da come si comportano, da come si esprimono, dai loro silenzi, dagli sguardi abbassati, dagli accessori colorati che nascondono sotto la lunga veste. 

Mi è piaciuta molto questa mescolanza di analisi di testi letterari e racconti di vita vera, anche se devo mettervi in guardia: se non avete letto i libri citati dall'autrice, vi attendono parecchi spoiler! 

Un libro vivo e vissuto, che mette in discussione e che ci apre le porte di un mondo che troppo spesso passa inosservato. Un vero esempio di come i libri possano farci cambiare prospettiva. 



Autore: Azar Nafisi

Titolo: Leggere Lolita a Teheran

Titolo originale: Reading Lolita in Tehran

Editore: Adelphi

Prezzo: 12,00 euro

Pagine: 379



Voto: 4/5




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 Citazione preferita

Mi tornò in mente un'amica pittrice, che aveva cominciato dipingendo dal vivo, perlopiù stanze vuote, case abbandonate e foto di donne scartate, gettate via. A poco a poco era poi passata a soggetti sempre più astratti, e nella sua ultima mostra i quadri erano semplici macchie di colori ribelli, a chiazze blu con qualche goccia di azzurro. Una volta le chiesi come mai avesse abbandonato il realismo per l'astrazione. "La realtà è diventata così insopportabile", rispose, "così deprimente, che ormai so dipingere soltanto i colori dei miei sogni".


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