giovedì 5 aprile 2018

Classici, perché leggerli - #5 (La strega di Praga)


Ben trovati, Eclettici!

Iniziamo questo mese con un nuovo appuntamento della rubrica dedicata ai classici della letteratura. Il libro di cui voglio parlarvi oggi è La strega di Praga, di Francis Marion Crawford. 

Mi dispiace doverlo dire, ma l'edizione italiana di questo romanzo è attualmente fuori catalogo: l'unica in commercio è la versione inglese. Ho avuto la fortuna di imbattermi in una copia di questo gioiellino nella biblioteca in cui lavoro, e mi è piaciuto talmente tanto che di sicuro mi procurerò quella in lingua originale. 




Nonostante sia stato scritto più di un secolo fa, nel 1891, ho trovato questo romanzo molto attuale, forse per la trama ricca di elementi sovrannaturali, tanto da chiedermi se per caso non fosse stato utilizzato come soggetto per un film o una serie tv. Non ancora, ma non perdo le speranze per il futuro, perché quest'opera meriterebbe davvero più attenzione. 

La protagonista, che dà il nome al titolo, è una giovane donna di nome Unorna (dal boemo unor, "febbraio", quindi "nata in febbraio" o "che appartiene a febbraio"). Conosciuta dai più come "la strega", ella possiede infatti un dono insolito: quello di saper controllare la volontà altrui mediante l'ipnosi. Si serve molto spesso di questa sua dote, per compiere buone azioni o soltanto per capriccio. Suo fedele collega è l'astuto Keyork Arabian, un uomo piccolo di statura, ma dotato di un'intelligenza di prim'ordine e di un ego smisurato. Le storie di questi due eccentrici personaggi si intrecciano a quelle di Israel Kafka, un ragazzo ebreo quale unica colpa è stata innamorarsi della persona sbagliata, e di un uomo malinconico e saggio chiamato Errante, perché vaga da anni per il mondo alla ricerca dell'amore da cui è stato crudelmente separato. 




Tra questi, Unorna è senza dubbio il personaggio meglio tratteggiato, e il mio preferito; è il perno attorno al quale ruota l'intera storia. Splendida, scaltra e passionale, la giovane donna è abituata ad ottenere tutto ciò che desidera e ad agire d'impulso, non badando alle conseguenze delle proprie azioni. Solo dopo aver conosciuto l'amore arriva a chiedersi se sia giusto o meno piegare le persone al proprio volere con l'inganno. E' un personaggio molto umano, sempre in bilico tra Bene e Male. 
Il romanzo tratta molte tematiche: la più importante è quella dell'amore, un sentimento che nel corso delle vicende i personaggi tentano di definire a parole, di esprimere, di idealizzare. Riga dopo riga le emozioni assumono sfumature differenti, i confini tra odio e amore diventano labili e impalpabili come cortine di seta; si sovrappongono e tornano a dividersi in un gioco senza fine. 




Come tela di fondo troviamo la cupa e fredda città di Praga. Le descrizioni dell'autore sono molto precise ed evocative: veniamo trascinati nei vicoli bui e tortuosi della città come se stessimo effettivamente prendendo parte alle vicende raccontate, come se le parole stampate avessero il potere di condurci direttamente nella "città delle cento torri". 




A tratti filosofeggiante e riflessivo, lo stile di F. M. Crawford è ricco senza però risultare noioso. E' vero, spesso si dilunga in riflessioni che con l'intreccio c'entrano ben poco, ma comunque piacevoli e interessanti. 
Quindi se vi capitasse una copia di questo romanzo per le mani, non esitate: leggetelo assolutamente!



Appuntamento al mese prossimo, con un nuovo classico da scoprire! 

 

Nessun commento:

Posta un commento